Guardiani a tutela del nostro passato

La notizia del recente crollo dell’antica domus dei Gladiatori di Pompei, dovuto alle infiltrazioni d’acqua che hanno causato il cedimento del famoso edificio storico, è rimbalzata in rete, sui giornali e nelle tv di tutto il mondo. Si parla di eventuali responsabilità per un disastro annunciato, ma anche e soprattutto  dell’urgenza di approntare misure e risorse (sia economiche che umane) onde evitare che altri episodi simili possano ripetersi in futuro.
Monitoraggio e manutenzione sono parole d’ordine delle quali l’Italia non può più fare a meno. Ben vengano interventi a favore della promozione turistica e ben venga l’indispensabile investimento nella cultura e nella ricerca. Ma ciò deve avvenire senza trascurare la tutela e la conservazione del patrimonio storico e culturale italiano.


Non solo le istituzioni, ma anche il singolo cittadino può svolgere un ruolo importante in tal senso, impegnandosi in prima persona a monitorare il territorio in cui vive, e segnalando eventuali segni di degrado o situazioni allarmanti che dovesse notare.
Questo vale soprattutto in Italia, che più di ogni altro paese è ricca di innumerevoli beni archeologici e architettonici, di straordinarie opere d’arte, di preziosi documenti d’archivio, di varietà paesaggistiche e di infinite tradizioni locali, radicate e conservate nelle singole realtà regionali.
Sono beni che rappresentano la nostra identità culturale italiana. Un tesoro immenso, fatto anche di quelle opere e di quei reperti che attendono di essere restaurati o recuperati, per non parlare dei tanti ritrovamenti e delle innumerevoli scoperte che attendono di essere studiati e opportunamente conservati.
Un vero patrimonio inestimabile che racchiude conoscenze e saperi del nostro passato e che va assolutamente salvaguardato, se non vogliamo che sia danneggiato o addirittura perduto definitivamente.
Per usare un’allegoria, sarebbe bello se ognuno di noi si sentisse un po’ il “guardiano del faro” di questo immenso mare che è la cultura italiana.
Sarebbe bello se ciascuno di noi, nel proprio piccolo e secondo le proprie possibilità, si impegnasse a monitorare, e se necessario a segnalare, situazioni di rischio o stati di abbandono di reperti, manufatti, monumenti  o documenti, che costituiscono l’inestimabile ricchezza storica e culturale del nostro paese.
Forse non resterà solo un sogno e un’utopia. In fondo non ci vuole molto per diventare “guardiano del faro”: basta avere un po’ di sensibilità, un po’ di coraggio e soprattutto amore e rispetto per la cultura del nostro paese.
Da parte nostra inauguriamo oggi una nuova pagina di Evus, chiamata appunto il “guardiano del faro”, dove chiunque potrà partecipare inviando segnalazioni a: info@evus.it

di Antonella Bazzoli – 25 novembre 2010