Vel Rafi. Ritratto di un architetto etrusco

Il rinvenimento di un ipogeo etrusco di età ellenistica nel cimitero monumentale di Perugia portò, nel 1887, alla scoperta  di una tomba gentilizia appartenuta alla gens etrusca Rafi.
Attualmente conservata nel museo archeologico di Perugia, l’urnetta cineraria di Vel Rafi risulta particolarmente interessante, per lo stretto legame che il defunto sembra aver avuto con le vicende costruttive dell’etrusca Perugia.
Sul fronte dell’urna, infatti, proprio sotto l’iscrizione che riporta il nome del personaggio deceduto (si legga da destra a sinistra: VL.RAFI.AR.CAIAL), si può ammirare l’accurato e realistico ritratto di un signore di mezza età che potrebbe rappresentare il progettista di una o più porte della cinta muraria etrusca di Perugia.

Il regolo che il personaggio tiene in mano lo ha fatto identificare con l’architetto etrusco che progettò le porte di Perugia

Vel Rafi ha le sembianze di un uomo maturo, la sua fronte appare alta e stempiata. Sembra quasi che l’artigiano che scolpì a rilievo la sua figura, abbia voluto caratterizzarlo proprio attraverso la calvizie che lo contraddistingueva.  I capelli rimasti gli scendono sulla nuca, folti e di colore rosso. L’uomo sta in posizione eretta, leggermente girato verso sinistra, esattamente al centro di una porta urbica che presenta un arco a tutto sesto. Molti elementi lasciano ipotizzare che si tratti di Porta Marzia, l’entrata sud della Perugia etrusca, che successivamente fu incorporata da papa Paolo III nella struttura della Rocca Paolina. Ma potrebbe anche trattarsi dell’Arco di Augusto, altro ingresso principale della città etrusca – già noto in età medievale con il nome di Porta Pulchra – che ancora oggi si può ammirare in tutta la sua imponenza, all’uscita dell’antico cardo, a nord di Perugia.
Vel Rafi regge con orgoglio lo strumento del suo mestiere: il regolo. Ed è stato proprio l’arnese da lavoro che il personaggio tiene nella mano destra, a suggerire agli archeologi che il defunto qui rappresentato possa essere stato in vita un abile e noto architetto della Perugia etrusca.

L’iscrizione etrusca recita: VL.RAFI.AR.CAIAL

E se si trattasse proprio del progettista delle antiche mura in travertino? Potrebbe essere stato proprio lui l’architetto che restaurò Porta Marzia e l’Arco di Augusto!
Oggi gli archeologi tendono a datare la costruzione delle mura etrsche tra la fine del IV e l’ inizio del III secolo a.C. Grazie a Tito Livio sappiamo inoltre che Perugia era circondata da una prima cerchia di mura già nel 310 a.C.
Quanto agli ingressi principali della città – Porta Marzia a sud e l’Arco di Augusto a nord – sembrerebbero appartenere ad una fase di restauro successiva, rispetto alla costruzione delle mura, ovvero ad una fase costruttiva risalente ad età ellenistica (III – II a.C.) e pertanto in linea con la datazione dell’urnetta in questione.
Ma c’è un ulteriore elemento che porterebbe ad identificare una delle porte perugine con l’arco raffigurato sull’urna di Vel Rafi: le due teste di divinità, poste ai lati della porta, sono simili per forma e per posizione a quelle che ornavano in origine le porte principali di Perugia.  Entrambi gli ingressi della Perugia etrusca conservano ancora oggi, ai lati dei rispettivi archi, resti di quelle che sappiamo essere state protomi di divinità protettrici.
Collocare numi tutelari agli ingressi della città, con funzione non solo decorativa ma anche apotropaica e celebrativa, rappresentava infatti una consuetudine presso gli etruschi. E la riproduzione delle due testine femminili sul fronte dell’urnetta di Vel Rafi, corrisponderebbe non solo alla fattispecie delle porte perugine, ma anche a quella di altre porte di età tardo etrusca, come ad esempio a Falerii Novi e a Volterra, dove gli archi a tutto sesto erano pure ornati da protomi di divinità protettrici, con evidente funzione apotropaica oltre che decorativa.

Antonella Bazzoli, 27 ottobre 2010 (aggiornato maggio 2021)